Marzo apre le porte all’arrivo della primavera, la stagione della rinascita, pregna di energia fresca e tonificante. Con sé porta il tepore delle belle giornate di sole, ma anche l’instabilità meteorologica, la gioia e la vitalità della natura che rifiorisce e al contempo alcune distonie emotive tipiche di questa stagione: irrequietezza, nervosismo, disturbi del sonno, cefalee e stanchezza psicofisica.
L’istituto di bellezza è per natura l’ambiente ideale nel quale l’individuo ricerca l’armonia, nelle forme e soprattutto nel contenuto emozionale. Ciò che vive nella propria quotidianità è un bagaglio che accompagna la cliente anche nel centro estetico cui si reca, per questo riteniamo che non ci sia operatore dell’estetica liberato da questo fardello. Le distonie emotive delle clienti devono essere gestite se non vogliamo che esse gestiscano noi, lasciando a fine giornata strascichi di stanchezza mentale e astenia.
La primavera si caratterizza per improvvisi sbalzi di temperatura e umidità, che lasciano sconcertati soprattutto gli individui caratterizzati da un forte senso del controllo. L’imprevedibilità dell’ambiente crea sconcerto e quindi sofferenza per coloro che amano pianificare tutto e non sanno gestire i contrattempi. Questi soggetti, che solitamente si prendono troppo sul serio, subiscono “vampate” di energia dal fegato, quando manifestano il proprio disagio, oppure profondi contraccolpi nella cistifellea quando trattengono l’espressività emotiva. Nel primo caso, l’olio essenziale di camomilla matricaria, aiuta a calmare l’energia del vento (elemento meteorologico della primavera, secondo la medicina tradizionale cinese) che soffia e genera rabbia; questa pianta, lunare e materna, protettrice e paziente accoglie gli sfoghi della collera e li placa, favorendo oltremodo il sonno equilibrato durante tutta la durata della notte. Il rancore, a differenza della rabbia, somatizza nella colecisti, creando possibili travasi di bile e favorendo la genesi di calcoli biliari; in questo caso l’olio essenziale di mandarino, aiuta a sciogliere i nodi del rancore portando soffi gioiosi di giocosità e condivisione. Il mandarino ci spinge a essere meno rigidi con noi stessi e con gli altri, più flessibili e accomodanti.
Consigliamo, pur rispettando la professionalità degli operatori e delle operatrici del settore, di non utilizzare mai un’essenza durante il massaggio, soprattutto se sul viso, senza aver avuto il consenso della gradevolezza da parte dell’utente. L’uso degli oli essenziali, nel caso specifico per via olfattiva, deve essere ben ponderato e sempre accompagnato da un profondo rispetto per la persona che stiamo trattando. La sintonia emozionale tra olio essenziale ed essere umano è una condizione imprescindibile per eseguire trattamenti efficaci in Aromaterapia. Ogni profumo, soprattutto se “vivo” come un olio essenziale, ha la capacità di aprire “cassetti di memoria emotiva” imprevedibili e sconvolgenti.
Alessandro Gornati
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