Suggerimenti emozionali fra aromacologia, aromatologia e aromacosmesi.
Molti oli essenziali, presenti in natura, vantano proprietà benefiche di tipo estetico e sistemico. E’ appassionante lo studio che da secoli è in continuo e costante divenire sull’identificazione di piante e parti di piante con funzionalità antisettiche, antimicrobiche, cicatrizzanti, tonificanti, calmanti, analgesiche, eudermiche e, persino, afrodisiache. Ricordando, in pochissime parole, che l’uso degli oli essenziali era già conosciuto dai lontanissimi tempi degli Egizi, l’aromaterapia moderna nasce nel 1930, anno in cui fu coniato questo termine dal chimico francese René- Maurice Gattefossé che, per un infortunio avvenuto in laboratorio, si accorse dell’effetto curativo della lavanda sulle ustioni. È proprio Gattefossé che identifica l’olfatto e la cute come vie di somministrazione attraverso le quali gli oli essenziali possono curare e prevenire molte malattie, sostenendo che l’inalazione di determinati profumi stimoli il cervello a rilasciare sostanze chimiche che riescono a contrastare sia lo stress sia l’affaticamento e come alcuni oli abbiano un effetto terapeutico quando vengono assorbiti dalla pelle. All’aromaterapia viene anche riconosciuto il potere di influenzare la sfera psicologica per via della connessione tra il sistema olfattivo, le emozioni e la memoria. L’aromaterapia, negli ultimi anni, ha subito una trasformazione importante. Si è passati da un uso prettamente fisico (come profumo) a un altro con aspetti più spirituali tendenti alla cura della psiche e dell’anima. L’olfatto è l’unico senso, tra quelli che conosciamo, in cui il cervello “annusa” direttamente il mondo esterno e, ancora oggi, parallelamente al grande sviluppo della corteccia cerebrale, un odore è capace di scatenare le sensazioni di piacere più intime ed evocative o le avversioni più incontrollabili. Questo avviene perché le cellule olfattive collegano la percezione degli odori con le aree del cervello che integrano emozioni, umore, sessualità, territorialità o che segnalano, inconsciamente, intenzioni sessuali, la presenza di cibo o avvertono della presenza di sostanze tossiche o pericolose.
La parola all’esperto
Proprio per analizzare meglio quest’affascinante evoluzione dell’utilizzo degli oli essenziali ho creduto più che mai opportuno rivolgere alcune, specifiche domande al dottor Giuseppe Polipo – medico estetico e psicoterapeuta – presidente dell’Associazione Italiana di Psicologia Estetica (www. associazioneitalianapsicologiaestetica.org). Questa è una ‘giovanissima’ associazione di settore che si occupa di esplorare e analizzare il mondo della bellezza e del benessere in modo unitario e coerente (cosmesi, medicina e chirurgia estetica ma anche moda, arte e architettura, life-style, psicowellness e molto altro) per capire i percorsi individuali e sociali che portano ad aspirare all’armonia, alla bellezza, a quell’equilibrio psico-fisico di cui tutti abbiamo necessità per vivere.
Quali sono le principali relazioni tra odore e psiche?
Ogni individuo emette un particolare odore, legato alla sua struttura genetica e immunitaria. Per questo la preferenza o la repulsione per l’odore delle persone, sembra risiedere nel «complesso maggiore di istocompatibilità» (o Mhc), che ha sede in una regione del Dna (cromosoma 6) fondamentale per il sistema immunitario. Questo spiega, per esempio, almeno in parte e in termini evoluzionistici, l’attrazione sessuale e la scelta di un partner, nell’ottica del vantaggio di assicurarsi una maggiore ricombinazione di Dna e quindi una maggiore probabilità di discendenza sana. Inoltre, è utile ricordare che, nell’uomo, le funzioni psichiche si sono evolute a partire dal cervello olfattivo che rappresenta il centro primordiale al quale si sono collegate nel corso dell’evoluzione le altre parti del cervello. Le informazioni olfattive sono, infatti, in stretto contatto con il sistema limbico che rappresenta la zona profonda e inconscia del cervello dove hanno origine i bisogni e le motivazioni che portano gli individui a organizzare i diversi comportamenti. Ed è in quest’area del cervello che restano impresse le memorie degli odori sentiti nella prima infanzia, che ci riportano indietro nel tempo e che determinano le reazioni di gradimento o di disgusto agli odori e ai sapori, influenzando, in questo modo, anche i comportamenti alimentari.
Quali sono, secondo lei, i motivi per cui gli odori sono importanti in estetica e in cosmesi?
Gli odori rappresentano il modo più comune usato dal corpo per fissare le esperienze emozionali. Per questo profumi e fragranze sono in grado di fare emergere il ritorno alla memoria di esperienze gradevoli, da ripetere, oppure spiacevoli, da evitare. Una delle ragioni del successo commerciale dei profumi ma anche dei programmi di cucina in TV, è dovuto al fatto che le fragranze e gli aromi sono inestricabilmente associati al mondo inconscio ed emozionale dei ricordi. Sin dalla prima infanzia, infatti, siamo stati curati e coccolati con prodotti odorosi (veicolati dalle cure manuali delle figure affettive di riferimento) che hanno dato un imprinting alla nostre preferenze sensoriali. Ciò spiega perché un profumo, un odore o una fragranza possono provocare la cosiddetta “nostalgia” per quegli stimoli sensoriali che ci riportano ai primi periodi della nostra vita, influenzando, spesso inconsciamente, preferenze e scelte della vita quotidiana.
Oggi, accanto all’aromaterapia si parla anche di aromacologia, aromatologia e aromacosmesi. Quale è la differenza?
L’Aromacologia è un termine che esprime la ricerca del rapporto tra sistema olfattivo, memoria e sistema limbico- emozionale, allo scopo di un uso terapeutico appropriato degli oli essenziali e un approccio metodologico simil-farmacologico. L’aromatologia rappresenta un approccio medico in linea con il desiderio di maggiore benessere e maggiore vicinanza alla natura, nel solco della ricerca scientifica medica e farmacologica. La composizione chimica delle essenze aromatiche, infatti, è molto complessa e richiede un approccio scientifico capace di integrare in modo multidisciplinare la ricerca biochimica, medica, farmacologica e botanica. L’aromacosmesi può invece essere considerata come un’applicazione in ambito dermocosmetico dell’aromacologia e si propone di utilizzare oli essenziali e idrolati, fondamentalmente, per la detersione e l’idratazione e della pelle. In ambito cosmetico, infatti, gli idrolati floreali, ricavati con lo stesso metodo di estrazione con il quale si ricavano gli oli essenziali, sono molto utili e possono essere usati senza problemi a contatto diretto con la pelle. In estetica, il massaggio aromaterapico o aroma-alchemico è quello che, più degli altri, va ‘oltre il corpo’ attivando aree di benessere che non sono soltanto fisiche ma che, grazie agli oli essenziali che interagiscono a livello emozionale, enfatizzano l’effetto rilassante e tonificante. Questi preziosi chiarimenti del dottor Polipo stimolano a una conoscenza approfondita dell’aromaterapia, soprattutto da parte delle estetiste che sono quelle che, più di altri professionisti della bellezza, hanno a che fare non soltanto con il corpo delle persone ma anche con le loro emozioni. Massaggiare con oli essenziali o profumare l’ambiente di lavoro con la fragranza più gradita al cliente aggiunge valore alla relazione e facilita un rapporto empatico per una maggiore fidelizzazione al proprio Centro estetico.
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