Dal sesto Beauty report ai dati del Centro studi il settore dei prodotti di bellezza, delineato da Cosmetica Italia, mostra un andamento a-ciclico che si rivela fondamentale per l’economia del nostro Paese.
Cosmetica Italia – l’Associazione che raccoglie il 95% delle imprese che operano nel nostro Paese – rende noti i dati di mercato definitivi del 2014 e la sua analisi in concomitanza con la presentazione del Beauty Report che quest’anno ha scelto come palcoscenico il ‘Teatro della terra’ all’interno del Parco delle biodiversità di Expo 2015 (organizzato in partnership con Bologna Fiere). Se il cibo è infatti il nutrimento del pianeta – come recita lo slogan di Expo 2015 – il cosmetico è il cibo della pelle ed è elemento uniformante fra i popoli che lo utilizzano per stare meglio con loro stessi e quando si relazionano con gli altri. Lo hanno sottolineato nelle loro introduzioni Duccio Campagnoli, presidente di Bologna Fiere e Fabio Rossello presidente di Cosmetica Italia che si sono alternati nell’aprire l’evento e hanno ringraziato il Direttore Generale uscente dell’Associazione, Maurizio Crippa dando il benvenuto al nuovo dirigente, Luca Nava insediatosi definitivamente dal 1 luglio.
Eccellenza italiana e ruolo sociale del cosmetico
L’industria che opera in questa filiera – che ha prodotto nel 2014 un valore di oltre 9.352 milioni di euro (in crescita dello 0,8%) – è una delle eccellenze del nostro Paese e si trova impegnata in primo piano su molti fronti. Su quello dell’export, per esempio, portando nel mondo le capacità produttive ed estetiche del made in Italy; su quello commerciale, grazie alla partnership con Bologna Fiere che da anni organizza Cosmoprof, la manifestazione più importante del mercato della bellezza; su quello della sicurezza dei consumatori, grazie a un sistema tecnico/regolatorio che mette al centro la qualità di ciò che produce e anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale, grazie alle caratteristiche distintive delle imprese cosmetiche. Tutto questo mette in luce il ruolo sociale del cosmetico che rappresenta, per la nostra nazione e la nostra economia, un asset importante. Lo ha ben spiegato Nadio Delai, presidente Ermeneia, Centro studi di importanza internazionale che si occupa da anni della stesura del Beauty Report. Delai, nel sintetizzare i risultati dell’indagine 2015, ha confermato che il settore ha attraversato al meglio gli anni della crisi, infatti ha fatto registrare sempre trend di fine anno con un segno positivo. Le imprese – molte delle quali hanno investito molto nella propria internazionalizzazione – hanno saputo consolidarsi nei comportamenti e nell’idea imprenditoriale e anche i consumatori (che non hanno rinunciato al cosmetico pur cambiando canale o modalità d’acquisto), nel 2014, hanno ripreso a spendere nel mercato interno e nel 2015 affermano che spenderanno di più.
Una filiera, diversi canali
Partendo dai dati finali del mercato cosmetico – pari, a fine 2014 a 9.352 milioni di euro (di cui 6.787 di consumi interni, in calo del,1,4% e 3.334 milioni di euro di export (in crescita del 4,9%) – Cosmetica Italia ha prospettato per il 2015 di inglobare le prossime analisi sul totale della filiera lunga del settore cosmetico che comprende anche materie prime (870 milioni di euro), macchinari (190 milioni di euro), imballaggi (2.990 milioni di euro) per un totale di 14.000 milioni di euro. Questo dato globale ha mostrato un incremento 2014 pari a oltre 2 punti percentuali che, per l’anno corrente, dovrebbe salire a +3%. Va segnalato che la distribuzione delle imprese per regione vede al primo posto la Lombardia con la presenza del 51,2% delle aziende del settore. Per quanto riguarda i canali distributivi, la ripartizione dei consumi, sempre secondo l’analisi di Cosmetica Italia, vede al primo posto il segmento Grande distribuzione e altri canali con il 44,9%, seguito dalle profumerie con il 21,9%, dalla farmacia con il 18,9%, dall’acconciatura con il 6,01%, dalle vendite a domicilio con il 5%, da quelle in Istituti di bellezza ed estetiste con il 2,5% e, infine, quelle per corrispondenza con lo 0,7%. Focalizzando l’attenzione sui Centri estetici, lo scenario delineato dall’Associazione dei produttori per il 2014 ha visto ancora un dato flat (circa 230 milioni di euro; -3,6% rispetto all’anno precedente), anche se numerose indagini condotte da più analisti confermano che l’estetista rimane la figura di riferimento quando si tratta di scegliere i trattamenti di bellezza. Il canale resta condizionato dalla congiuntura economica che si ripercuote sulle frequentazioni. Partendo da indagini GFK e Alias, inoltre, la mancanza di una precisa identità distributiva, caratterizzata da quantità e prezzi disomogenei, non aiuta una sana evoluzione del canale. Le regioni nelle quali la presenza degli istituti è più elevata vede ancora la Lombardia al top con il 21,5% degli esercizi, seguita dal Veneto con l’11,8% e dall’Emilia con il 9,7%. A seguire troviamo il Piemonte con l’8,5% e Lazio e Toscana con un valore equivalente dell’8,4%. In Italia poco oltre il 55% delle attività ha un’ampiezza compresa tra i 50 e i 100 mq e solo il 3% raggiunge i 200 mq.
Consumi e novità in lancio
Sulla composizione dei prodotti acquistati da parte del target femminile e maschile, lo scenario definito dall’analisi di Cosmetica Italia vede i prodotti viso (18,9%) e i prodotti corpo (17,3%) al top degli acquisti di cosmetica per le donne con una propensione per le creme antietà (40%) nel segmento viso. Seguono i prodotti per capelli con il 12,7%. Il target maschile, invece, acquista in prevalenza prodotti igiene corpo (19%), seguiti a pari percentuale da prodotti per capelli (17,1%) e profumeria alcolica (17%) presumibilmente dopobarba. Molto interessante è il capitolo che riguarda i prodotti cosmetici lanciati nel 2014 (grazie all’aiuto del Database fornito dalla società internazionale Mintel). Dei quasi 3.400 lanci effettuati in Italia l’anno scorso il 14% ha riguardato gli smalti, seguiti da rossetti (13%), ombretti (8%), prodotti doccia (7%), cura del corpo (7%). Il 70% ha riguardato nuovi prodotti e solo il 21% l’estensione di linea, con pochi punti percentuali per rilancio, nuovo packaging o nuova formulazione. A livello di slogan le parole più usate sono state quelle legate ai concetti botanico/erboristico (33%) seguite da quello di lunga durata (31%), idratante (26%), illuminante (25%) e dermatologicamente testato (24%).
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