Via libera a smalti e unghie curate anche in dolce attesa ma con alcune accortezze che permettano di conciliare bellezza e sicurezza in questa importante e delicata fase
Anche durante la gravidanza, le donne possono desiderare di sentirsi belle e di mantenere le abitudini che avevano in precedenza, riguardo la cura di mani e piedi. Tuttavia capita che siano assalite da dubbi riguardo l’uso di smalti, solventi, acetoni, che temono possano costituire un pericolo per lo sviluppo del bambino.
A tranquillizzarle, è arrivato circa un anno fa, dagli Stati Uniti, un decalogo che ha dato il via libera, anche in dolce attesa, ai trattamenti estetici, compresa la manicure e la pedicure. A stilarlo è stata la professoressa Mary Rosser, del dipartimento di Ginecologia e ostetricia del Children Hospital di Montefiore e dell’Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University di New York, secondo la quale le donne incinte possono sottoporsi a trattamenti di manicure nei centri estetici, anche se – a titolo precauzionale – sarebbe meglio evitare di farlo nei primi tre mesi di gestazione, che rappresentano il periodo più delicato per lo sviluppo del feto. Nel testo, l’esperta raccomanda giustamente l’uso di strumenti sempre sterilizzati e suggerisce all’estetista di non tagliare le pellicine per prevenire infezioni di batteri e germi.
Unghie, come cambiano
Capita spesso che le unghie, come i capelli, mutino notevolmente durante la gravidanza. I cambiamenti ormonali possono farle crescere più velocemente e farle diventare più spesse e forti; ma ci sono anche donne le cui unghie tendono a sfaldarsi più facilmente, soprattutto intorno al quarto mese, a causa di una carenza di ferro e altri elementi nel corpo materno: la mamma li sta fornendo al feto. Nel caso di unghie forti, non ci sono limitazioni all’applicazione dello smalto per sentirsi più glamour, se al contrario le unghie della cliente risultano indebolite, si potrebbe sconsigliare per un breve periodo l’uso dello smalto, che potrebbe essere causa di una micro-sofferenza. Tali cambiamenti a unghie e capelli non sono permanenti e, dopo il parto, la lamina ungueale potrebbe tornare ad essere così com’era prima della gravidanza. Nell’eventualità di unghie che si sfaldano dopo il parto invece, il consiglio da dare alla cliente è di tenerle corte, applicando un velo d’olio per nutrirle.
Smalto: quale scegliere?
La normativa europea attuale proibisce l’uso nei prodotti cosmetici di sostanze cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione. Tuttavia, poiché una proprietà pericolosa di una sostanza non comporta necessariamente dei rischi, tale sostanza può essere eccezionalmente impiegata, dopo adeguata valutazione. Nel caso degli smalti, le sostanze da cui le donne in dolce attesa dovrebbero stare alla larga, sono quattro: toluene, formaldeide, dibutilftalato (DBP) e canfora. L’esposizione cronica a queste sostanze è stata associata a difetti alla nascita, asma e altre malattie ma è altrettanto vero che la quantità che se ne libera durante le applicazioni di smalto è fortemente limitata, così da non risultare pericolosa. Molte case produttrici di smalti, che si rivolgono alle future mamme e a chi predilige usare prodotti alternativi a quelli definiti ‘tossici’, le hanno comunque eliminate dalle loro formulazioni, creando smalti cosiddetti sicuri per la salute. Andando nello specifico di queste sostanze, il toluene è un solvente aromatico, definito pericoloso per inalazione e per assorbimento, che può essere utilizzato in concentrazione non superiore al 25%. Negli smalti viene adottato perché ne favorisce la buona stesura e la rapida asciugatura. Anche la formaldeide può essere assorbita sia per via respiratoria sia per via cutanea e c’è da sapere che l’Agenzia Internazionale Per La Ricerca Sul Cancro l’ha classificata come ‘cancerogena per l’uomo’. Può comparire negli indurenti per unghie in concentrazione non superiore al 5%. Il DBP, un filmante usato negli smalti per farli durare più a lungo e per evitare crepe, è stato inserito nei potenziali teratogeni – ovvero, sostanze che causano malformazione nei feti – per le sue conseguenze a carico dello sviluppo degli organi riproduttivi maschili e femminili; proprio per questo motivo, secondo il regolamento europeo, entro quest’anno il suo uso sarà vietato nei paesi dell’Unione. Infine la canfora è una sostanza sintetica già da 30 anni sottoposta a limitazioni d’impiego da parte della Food and Drug Administration degli Stati Uniti, che ne fissa all’11% il quantitativo massimo nei prodotti da consumo. Nel 2012 aveva destato preoccupazione nei consumatori una ricerca effettuata dalla California Department of Toxic Substances Control che, testando 25 prodotti per unghie utilizzati nei Centri di bellezza di San Francisco, aveva verificato in molti di questi la presenza di toluene, formaldeide e DBP, nonostante le loro etichette dicessero il contrario. La notizia provocò scalpore e fece il giro del mondo, rimbalzando su quotidiani e social network. All’epoca però molte associazioni si mossero per fare chiarezza, contribuendo a incoraggiare il mercato a una maggiore trasparenza. Come assunto generale, scegliendo prodotti noti e di qualità, si potrà andare sul sicuro. Se poi c’è la necessità di rimuovere un vecchio smalto dalle unghie, è consigliato optare per solventi privi di acetone e di metanolo.
Ricostruzione: sì, se le unghie sono forti
Non esistono significative controindicazioni rispetto alle tecniche con acrilico e gel, durante la gravidanza. Si può optare per un gel con cheratina, che può aiutare le unghie a essere più resistenti. Nel caso, però, di unghie indebolite dalla gestazione, meglio sconsigliare alla cliente la ricostruzione, che potrebbe renderle più fragili. Il trattamento andrebbe evitato anche nelle settimane precedenti al parto, perché in caso di cesareo il medico ha bisogno di controllare il colore delle unghie. Due utili accorgimenti: effettuare il trattamento in una zona ben ventilata e fare indossare alla cliente una mascherina, per non farle inalare i cianoacrilati presenti negli smalti e nei gel e per tenerla al riparo da odori che possono risultare particolarmente fastidiosi in un periodo di aumentata sensibilità.
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