Trentesima edizione per la Congiunturale di Cosmetica Italia che conferma la solidità del mercato dei prodotti di bellezza.
Il 2015, quindi, chiude con una produzione globale pari a 9.735 milioni di euro (+4% rispetto all’anno precedente) con un valore di 6.050 milioni di euro del mercato Italia (+0,5%) e di 3.685 milioni di export (+10,5%).
Sono i dati messi a punto dal Centro studi dell’Associazione che, due volte l’anno, mette sotto i riflettori i trend che riguardano i cosmetici venduti.
Le proiezioni 2016 dell’Associazione, che raccoglie la maggioranza dei produttori di cosmetici in Italia, sono più positive, anche se prudenziali, per il mercato domestico che dovrebbe crescere dello 0,9% mentre l’export dovrebbe avere un incremento del 9%.
“Anche in presenza di segnali positivi – ha affermato Fabio Rossello presidente di Cosmetica Italia – per una ripresa definitiva del mercato ci vorrà ancora un anno, anche perché i vari canali che compongono l’universo beauty hanno mostrato trend differenti. Soffrono, infatti, i canali professionali mentre erboristeria e farmacia, per esempio, chiudono l’anno con dei buoni risultati come un + 2,9% per la prima e un +1,5% la seconda”.
In flessione i canali professionali
Per quanto riguarda i canali professionali, la sofferenza nella vendita di cosmetici è dovuta, a parere degli analisti del Centro studi di Cosmetica Italia, a una necessità di riformulare l’offerta in base alle mutate esigenze del consumatore e a sistemi di vendita dei cosmetici non in linea con la richiesta di una clientela che vuole avere immediate informazioni su prezzi e caratteristiche. I Centri estetici, infatti, presentano una flessione intorno al 3%, valore che potrebbe riproporsi anche nel primo semestre del 2016.
Il segmento della Profumeria, in questo 2015, ha tenuto (+0,2%), la grande Distribuzione ha segnato un +0,7% e crescono anche le vendite dirette.
Per quanto riguarda l’export aumenta la quota di cosmetici venduti nei Paesi extra Ue che, quest’anno, ha raggiunto la quota del 61%. La nazione che importa di più beauty ‘made in Italy’, comunque, resta la Germania.
Per quanto riguarda i ‘sentiment’ delle circa 100 aziende che ogni anno forniscono le loro impressioni al Centro studi, le note positive hanno riguardato l’attenzione alla brand identity, una leggera ripresa del mercato interno, un trend sempre più consumer oriented e strategie di multicanalità e internazionalizzazione. Gli aspetti negativi evidenziati, invece, parlano di una carenza di politiche economiche a sostegno della cosmesi, insoluti, concorrenza senza rispetto delle regole, oltre a burocrazia e pressione fiscale. L’analisi delle dinamiche del comparto cosmetico danno alcuni segnali positivi e anche la comunicazione ha segnato un leggerissimo aumento.
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