Quando un cosmetico può essere veramente definito naturale e perché le persone lo scelgono?
Su questi temi si è svolto il recente incontro organizzato da Natrue – l’Associazione indipendente e senza scopo di luco che raccoglie i produttori di cosmetici naturali e biologici – con il supporto di Dr. Hauschka (gruppo Wala), Gala Cosmetici, N & B, Lavera, Primavera e Weleda al Teatro della terra di Expo 2015, all’interno del parco della biodiversità. L’evento è stato moderato da Maria Vittoria Pozzi, vicedirettore beauty, moda e benessere di Marie Claire.
L’obiettivo era quello di catalizzare l’attenzione su un comparto del settore beauty che continua a crescere (del 2,4% nel 2014 ma con previsioni di incremento intorno al 4% per l’anno in corso) e che diventerà sempre più importante.
Come ha sottolineato Stefano Riva, amministratore delegato di Weleda Italia, oggi la cosmetica bio e naturale non è più di nicchia e continua a rivolgersi a più canali tanto che al valore di 420 milioni di euro di mercato nel 2014 – venduti nelle sole erboristerie – è possibile stimarne almeno altri 100 in più distribuiti negli istituti estetici, nelle farmacie o nelle parafarmacie con nuove e prossime realtà anche nella GDO.
“Per essere sicuri però che il prodotto che si acquista o che si usa sia veramente naturale ci vogliono degli standard precisi e riproducibili ed è per questo che è nata Natrue – ha proseguito Riva – che inizialmente aveva il solo scopo di dare voce ai produttori di cosmetici naturali e di educare il consumatore a combattere il cosiddetto ‘greenwashing’ cioè la tendenza a usare impropriamente il termine ‘naturale’. Nell’Associazione non sono presenti solo le aziende ma anche esperti scientifici e organismi di certificazione locale che garantiscono la validità del disciplinare”.
A confermare la validità di questo marchio, riconosciuto in tutto il mondo, è stata Patrizia Poggiali, direttore tecnico di Gala Cosmetici che ha sottolineato come nella sua azienda che lavora conto terzi la scelta di adottare il disciplinare Natrue ha pagato molto in qualità, reputazione aziendale e crescita nel mercato.
“Abbiamo scelto Natrue perché è il disciplinare più restrittivo in termini di contenuto naturale e perché si avvicina notevolmente a ciò che il consumatore pensa sia un cosmetico bio – ha sostenuto -. Inoltre oggi le formulazioni e le texture sono sempre più piacevoli e nei nostri prodotti possiamo introdurre anche varianti come glitter e profumazioni. Ciò che è necessario oggi però è la promozione di una cultura bio che porti anche i produttori di materie prime a fornire ingredienti con caratteristiche specifiche”.
Le stesse caratteristiche che proprio Natrue – e i suoi oltre 15 organismi di certificazione – garantiscono ai prodotti cosmetici certificati, raccolti in 13 categorie e identificati con etichette che distinguono 3 livelli.
Come ha sottolineato Francesca Morgante, Natrue label manager, i prodotti di distinguono in naturali, naturali con componenti biologici al 70%, cosmetici biologici al 95%. E anche nel campo degli ingredienti Natrue differenzia quelli naturali da quelli di derivazione naturale e da quelli natural-identici (ricreati da quelli naturali per esempio per garantire la sostenibilità ambientale).
“Oggi Natrue ha oltre 50 soci rappresentativi di 150 marchi e conta 4400 prodotti certificati – ha proseguito la manager dell’Associazione, che ha sede a Bruxelles – e punta a mantenere alto il livello del suo standard che è aperto e democratico ed accessibile anche a piccole imprese. L’obiettivo principale è dare sicurezza ai consumatori che cercano un cosmetico veramente naturale e lo fanno per svariati motivi come acquistare un prodotto che non provochi allergie, che faccia del bene alle persone ma anche all’ambiente e agli animali e che mantenga alti i valori etici e valoriali”.
Accanto a questa tipologia di consumatori ci sono anche le mamme che vogliono prodotti naturali per i propri figli e ‘giovanissime’ che vogliono scegliere prodotti ‘sicuramente naturali’ da consigliare anche attraverso i Social network.
Il tema è quindi decisamente di attualità tanto che non hanno fatto mancare il loro appoggio all’evento presenziandolo anche Lorenza Franchetti, amministratore delegato di Wala Italia, Domenico Scordari, fondatore di N&B e i rappresentanti di Lavera.
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